Isola d'Elba

È piuttosto intenso l'odore di gasolio che si respira al porto di Piombino. Soprattutto durante la fase di attracco delle navi. Che meraviglia questi giganti dei mari in manovra, non ti stancheresti mai di guardarli. E quando il personale di bordo ci comunica che è l'ora di imbarcarsi, quasi quasi ci dispiace un po'. Durante il tragitto un venticello rigenerante soffia forte sul nostro volto stanco, provato da due ore di viaggio in autostrada sotto il "solleone." Ma se pensiamo che tra poco ci aspettano chilometri di curve a picco sul mare, tutte da pennellare, e panorami mozzafiato... wow, il sorriso torna splendere sulle nostre labbra.

Sbarchiamo nel piccolo porto di Rio Marina, incantevole borgo marinaro situato a ridosso delle montagne, dalle quali una volta veniva estratto il ferro. Caratterizzata dal colore rossastro dell'ossido ferroso che tinge i monti, dalle erosioni delle miniere a cielo aperto e dalle antiche abitazioni (alcune realizzate addirittura all'interno di miniere già sfruttate) questo piccolo centro situato nella costa nord-orientale dell'isola d'Elba è sempre stato per la sua posizione strategica lo sbocco naturale a mare delle vicine miniere. La sua storia è legata a quella del distretto minerario costituito dalle numerose miniere a cielo aperto (Vigneria, Rialbano, Valle Giove), situate a pochi chilometri di distanza dal paese. L'ultima è stata chiusa nel 1981, ma l'attività mineraria di un tempo ha lasciato tracce evidenti sull'intero territorio. Per salvaguardare questo grandioso museo mineralogico a cielo aperto, e il suo patrimonio di archeologia industriale, è stato costituito un Parco Minerario che è possibile visitare. Dopo una veloce sosta caffè nel bar adiacente il porticciolo, sotto un sole "africano", alleviati solo in parte dalla brezza isolana, lasciamo Rio Marina per dirigerci verso il Residence Gavila's, situato in località SassiTurchini, nei pressi di Porto Azzurro, dove abbiamo prenotato un bilocale. Affrontiamo così le prime curve isolane. L'asfalto è buono, forse un po' troppo lucido per i nostri gusti, ma il "grip" sembra discreto. Comunque è meglio non esagerare. Il residence si trova su una collinetta da dove è possibile ammirare uno splendido panorama sui monti e sul mare. Ci liberiamo dei bagagli e ci rimettiamo subito in sella per raggiungere il centro di Porto Azzurro. Collocato ai piedi del promontorio culminante la Fortezza di Longone, Porto Azzurro (che un tempo si chiamava Porto Longone) ha un aspetto veramente pittoresco, con le casine dai colori pastello che fanno da cornice al porto, che recentemente ha restituito anche i resti di un antico molo romano. Caratterizzato da piccole stradine in salita e da numerosi angoli suggestivi che sfociano nell'animatissima piazza Matteotti, è oggi considerato il "salottino" dell'isola, il cuore della mondanità elbana. Nelle vicinanze è possibile visitare il Santuario della Madonna del Monserrato, edificato dagli spagnoli in ricordo del famoso Santuario nelle vicinanze di Barcellona. Proseguiamo il nostro viaggio e raggiungiamo Capoliveri, borgo fortificato di epoca etrusco-romana, situato in posizione strategica, dalla quale era possibile controllare i due mari, quello di meridione e quello di ponente. Il nome di questa località deriva dal latino "Caput Liberum" (Colle Libero), svelando le chiare origini romane. Adagiato su un poggio nel cuore della zona mineraria elbana, fra le miniere di ferro del Monte Calamita e quelle del Ginevro, tutto raccolto sulla sommità di una dorsale isolata, si può godere di una vista meravigliosa sui golfi di Lacona e di Campo. Scendiamo poi fino alla spiaggia dell'Innamorata per ammirare il tramonto. È ormai ora dirientrare al residence per darci una rinfrescata e tuffarci nella "movida" di Porto Azzurro. Magari dopo aver gustato uno squisito piatto di pesce.

Il mattino seguente, fatta colazione, ci rimettiamo presto in sella per proseguire il nostro viaggio alla scoperta dell'Elba. Attraversiamo Porto Azzurro e, al bivio per Capoliveri, seguiamo le indicazioni per Portoferraio. Una decina di chilometri di buon asfalto (con qualche bella curva) che attraversano l'isola da sud a nord e sbuchiamo alle porte di Portoferraio, il capoluogo dell'Elba, dove hanno sede la maggior parte degli uffici e dei servizi pubblici. Situato su uno sperone di roccia, e circondato dalla Fortezza Medicea che lo sovrasta, Portoferraio, con il suo porto principale a carattere "Naturale", è anche il centro delle principali comunicazioni con la terraferma. Caratterizzato da vecchie case con balconi fioriti, viuzze strette e piazzette panoramiche che conducono alle fortificazioni Medicee, conserva ancora il ricordo di quando, nel 1548, venne ribattezzato Cosmopoli, in onore di Cosimo I de' Medici, che fece ricostruire e fortificare la città rasa al suolo dai saraceni. Interessanti da visitare sono la Villa dei Mulini, situata sulla vetta panoramica di Portoferraio, e un tempo luogo adibito alla vita pubblica di Napoleone, e la Villa San Martino, dimora di campagna del grande generale ed imperatore francese, situata a sei chilometri dal centro ai piedi dell'omonimo monte in direzione Procchio-Marciana Marina. Lasciamo Portoferraio e ci dirigiamo verso il Golfo di Procchio, una delle località più apprezzate dai turisti. La strada è ricca di curve e caratterizzata da un buon asfalto. Peccato per il traffico, troppo intenso per i nostri gusti. Attraversiamo Procchio e proseguiamo per Marciana Marina, altra frequentatissima località di villeggiatura. Marciana Marina è anche il più piccolo degli otto comuni dell'Elba. Seguendo le indicazioni per Marciana abbandoniamo il traffico caotico della provinciale Portoferraio-Marciana Marina e ci immettiamo sulla "civillina", la strada che collega Marciana Marina a Marciana, e saliamo verso il Monte Capanne, che con i suoi 1.019 metri risulta essere il monte più alto dell'isola. Raggiunta la località di Pozzatello, parcheggiamo la moto e ci dirigiamo a piedi verso la famosa cabinovia. In meno di venti minuti siamo sulla vetta del monte, da dove è possibile ammirare lo splendido panorama dell'intero arcipelago toscano, spaziando fino alla costa etrusca e alla Corsica. Sembra quasi di poterle toccare con un dito! Riscendiamo con la cabinovia, e visto che ormai è ora di pranzo (e soprattutto, fa molto caldo), ci fermiamo al punto di ristoro. Decidiamo per una consistente e gustosa bruschetta toscana. Ci rimettiamo in moto subito dopo il caffè e raggiungiamo Marciana. Arroccata sulle pendici del Monte Capanne a 375 metri di altitudine, con i suo istretti vicoli dagli angoli pittoreschi che sfociano nelle suggestive piazzette panoramiche, Marciana è anche uno dei più antichi e vasti comuni dell'Isola d'Elba, nonché tra i più interessanti per testimonianza storica e archeologica, grazie anche alla presenza del Museo Archeologico allestito nel Palazzo Pretorio, che conserva importanti reperti che vanno dalla preistoria all'epoca romana. Superata Marciana, all'altezza di Zanca, ci riaffacciamo sulla costa. E mentre percorriamo quelle spettacolari curve a picco sul mare, a tratti veniamo investiti da folate di vento caldissimo, quasi infuocato, che sembra bruciarci la pelle. Chiessi, l'incantevole Pomonte, che si affaccia sul Canale della Corsica e famosa per il relitto della nave mercantile Evilscot (che giace a 16 metri di profondità), Fetovaia e Cavoli. La strada scorre via veloce, tra curve che sembrano uscite dal pennello di un artista e terrazze panoramiche. E nel breve volgere di qualche chilometro giungiamo a Marina di Campo, uno dei centri turistici più rinomati dell'isola. Proseguiamo nel nostro viaggio. Dopo Marina di Campo, la strada devia verso l'entroterra, per ricomparire successivamente sulla costa in prossimità di Lacona, ridente località turistica situata nell'omonimo golfo. Salutiamo Lacona e rientriamo verso il residence. Stanchi, molto stanchi, ma soddisfatti. In alternativa, a Marina di Campo, seguendo le indicazioni per Procchio anziché quelle per Lacona, è possibile risalire nuovamente l'isola attraverso un'Elba probabilmente quasi del tutto sconosciuta ai turisti, e che ci ricorda molto Rodi.

Soffia un venticello fresco sulla terrazza del residence mentre facciamo colazione. Tra due ore ci attende il traghetto. Indossiamo nuovamente l' abbigliamento "pesante" e, seguendo le indicazioni per Rio Marina, ci dirigiamo verso Cavo, località balneare all'estremo nord-est dell'isola. Sono gli ultimi chilometri di curve prima del rientro. E vogliamo godercele tutte, fino in fondo. Pieghiamo e pennelliamo le curve con dolcezza, fra verdi arbusti e rocce rosse. Il traffico è scarso, e questo a noi non dispiace affatto. Facciamo un giretto per Cavo e torniamo verso Rio Marina. Giungiamo al porto proprio quando il traghetto è in fase di attracco.

È finita! Laggiù, sulla terraferma, ci attende l'asfalto bollente dell'autostrada.


Alpi Apuane


Fuma un po' dallo scarico la nostra Vespa, evidentemente abbiamo ecceduto con la percentuale d'olio per la miscela. In ogni caso non è un problema. Sempre meglio grassa che magra. E i duetempisti sanno benissimo di cosa stiamo parlando! Siamo in Versilia, fa molto caldo, troppo, anche per la consueta nuotatina al mare. Decidiamo così per un giro fuori porta, sulle Alpi Apuane, alla scoperta dei piccoli tesori che questa terra può offrirci.


Lasciamo il porto di Marina di Carrara ed imbocchiamo l'Aurelia in direzione Sarzana. Non abbiamo pianificato un percorso ben definito, ma solo abbozzato. Dopo alcuni chilometri abbandoniamo l'Aurelia e, volgendo a destra, saliamo verso Fosdinovo. La strada, un po' stretta ma ben tenuta, si arrampica verso l'antico borgo regalandoci splendidi panorami. Raggiungiamo quindi Fosdinovo. Situato a 500 metri di altezza, Fosdinovo raggiunse il periodo di massimo splendore tra il XIV e il XVIII secolo quando divenne un marchesato dei Malaspina. Il borgo è dominato dall'antico castello risalente alla metà del XII secolo e dove, secondo leggenda, vi fu murata viva insieme ad un cane e ad un cinghiale Bianca Maria Aloisia, figlia di Jacopo Malaspina e Oliva Grimaldi, rea di essersi perdutamente innamorata di uno stalliere. Questa vicenda così violenta e brutale, tuttavia, se pose fine alla vita della giovane fanciulla, sola non bastò a domarne lo spirito che pare aleggiare ancora per le stanze del castello (sono molte le persone che giurano di averla vista!), nelle forme di una ragazza dai lunghi capelli posati sulla schiena.


Lasciamo Fosdinovo e ritorniamo verso Carrara attraverso la ex ss446d e subito ci lasciamo cullare dalle sue curve. Dopo alcuni chilometri facciamo la nostra prima deviazione della giornata. Lasciamo la ex ss446d e volgiamo a sinistra in direzione di Campo Cecina. Siamo nel cuore del Parco regionale delle Alpi Apuane. Saliamo immersi nel verde per una decina di chilometri fino al rifugio, posto a 1.300 metri di altitudine. Peccato per le condizioni dell'asfalto, davvero precarie in alcuni tratti. Ma siamo qui per goderci il panorama e quella pace che solo la natura può donarci, e non per fare le corse... e poi in Vespa la "sparata" non è certo tra le nostre priorità. Raggiungiamo Campo Cecina. Ci godiamo un po' di fresco e lo splendido panorama, che spazia dalle cave di marmo alla costa, dal Golfo di La Spezia alla Versilia. Salutiamo il fresco di Campo Cecina e scendiamo nuovamente verso la ex ss446d in direzione Carrara.


Mentre attraversiamo Carrara per raggiungere Massa, vediamo le indicazioni per Colonnata e decidiamo per una seconda deviazione. Posta alle pendici delle Alpi Apuane, Colonnata è famosa in tutto il mondo non solo per le sue cave di marmo, ma anche per il lardo. Man mano che ci avviciniamo al paese abbiamo la sensazione che una gigante di marmo bianco ci stia venendo incontro. Parcheggiamo la Vespa e ci facciamo un giretto per gli stretti vicoli del paese. Il marmo lasciato a vista, ovviamente, fa da padrone. Nei portali, negli stipiti di porte e finestre e in tante altre opere, tra cui la scultura dedicata al Cristo dei cavatori. Ci rimettiamo in sella, attraversiamo le cave di marmo e scendiamo verso Massa.


Da Massa, seguendo le indicazioni per San Carlo Terme, ci arrampichiamo verso il Passo del Vestito, valico posto a 1.151 metri di altitudine che collega Massa alla Garfagnana. La strada sale ripida verso la Garfagnana curva dopo curva, tornante dopo tornante. Sbuffa un po' la nostra Vespa, ma procede senza particolari problemi. Evidentemente la cura "rivitalizzante" a cui l'abbiamo sottoposta da' i suoi frutti. Sono diversi, lungo la strada, i punti panoramici che ci offrono paesaggi da cartolina, e ci piacerebbe fermarci più spesso per "gustarceli". Ma il tempo stringe e bisogna procedere. Finalmente raggiungiamo il passo. Non ci sono molte persone per la verità, qualche ciclista, un vespista in sella ad una ET3, con il quale scambiamo due chiacchiere, e una coppia di mototuristi tedeschi in sella, neanche a dirlo, ad una GS 1200.


Un quarto d'ora di sosta , giusto per far riposare un po' la nostra fidata Vespa, e via nuovamente. Attraversiamo la galleria del Vestito ed eccoci in Garfagnana. Il bianco candore del marmo è ormai alle nostre spalle, confinato oltre quella galleria. Qui, davanti ai nostri occhi, e tutto intorno, solo verde, e ancora verde. Lo spettacolo della natura! Scendiamo alcuni chilometri ed incrociamo la strada che sale da Seravezza. Guardiamo l'orologio e decidiamo di rientrare verso Carrara. Imbocchiamo la strada in direzione Seravezza-Forte dei Marmi e, superata la Galleria del Cipollaio, ci "lanciamo" tra le sue splendide curve, molto divertenti da affrontare anche in sella ad una Vespa. Raggiungiamo Seravezza e il suo Palazzo Mediceo, facciamo una breve sosta e riprendiamo la "via del mare". Ma non prima di una piccolo fuori programma che ci porta alle Cascate di Malbacco, qualche chilometro sopra Seravezza. Una cascata unica nel suo genere, dove l'acqua del torrente con la sua forza erosiva ha plasmato la roccia formando uno scivolo naturale alto una decina di metri, da cui è possibile tuffarsi o scivolare nella sottostante piscina dall'acqua celeste.

Lasciamo le cascate e raggiungiamo Forte dei Marmi. Ci immettiamo sul lungomare in direzione Marina di Massa e dopo una quindicina di chilometri ci ritroviamo nuovamente davanti al porto di Marina di Carrara. Adesso è proprio finita!


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